Mafalda: la Principessa ritrovata.

sunnn fragranza mafalda

Tra tutta la produzione dell’olio nei territori del Sannio affonda in tempi antichissimi. Innumerevoli sono le testimonianze di autori romani che ne parlano come di un prodotto eccellente. Cicerone,  Orazio nelle sue Satire, Plinio il Vecchio hanno descritto qualitativamente e quantitativamente di fragranze e proprietà uniche.

Nel corso dei secoli aromi e tipologie hanno beneficiato di una biodiversità unica: tutto il territorio italiano è baciato dall’immensa varietà ambientale, e nello specifico questa piccola zona riesce ancora a dare sorprese.

La Diciannovesima

Mafalda è una Cultivar “dimenticata”: le prime piante di questa varietà, scoperte come uniche, hanno circa 400 anni – e data la subordinazione della qualità rispetto al prezzo imposta dalle regole di mercato, per lunghi anni (dai 60 / 70) questa perla dalla fragranza così singolare è rimasta in una sorta di anonimato per la bassa resa, nonostante le sue specificità così marcate.

Oggi è di fatto la diciannovesima Cultivar riconosciuta in Molise: la sfida è quella di pensare la lavorazione in chiave moderna, sostenibile, smart, per restituire al palato degli intenditori una fragranza altrimenti perduta. L’olio monocultivar rappresenta precisamente quel territorio che lo ha generato, perché se prodotto in un altro luogo sarebbe diverso. Proprio per questa sua identità così ben definita, questo tipo di olio viene riconosciuto immediatamente dagli intenditori, esattamente come viene riconosciuto un vino di marca.

Cambiare mente, desiderare meglio

In un periodo così complicato ci sono segnali positivi: da recenti analisi di mercato si denota una crescita dell’attenzione dei consumatori nei riguardi della qualità del prodotto, e soprattutto per la sua provenienza 100% Made in Italy. Per tornare sul monovarietale, il Presidente del CNO (Consorzio Nazionale Ovicoltori) Gennaro Sicolo già nel 2016 aveva le idee chiare sul futuro: “Io credo che il salto di qualità lo faremo producendo e promuovendo gli oli extravergini d’oliva mono-varietali. Probabilmente tra cinquant’anni dire olio extravergine d’oliva sarà come dire vino, quindi una definizione generica che non dà connotazione al prodotto“.

Che la preferenza e opinione (di palato esperto o meno) sia orientata all’arte del blend, con la similitudine dell’amore verso sinfonie d’orchestra, oppure verso l’olio monovarietale, l’esecuzione solista di una specifica fragranza, non possiamo che fare il nostro: proporre, sostenere e promuovere gli straordinari aromi della selezione SUNNN, di cui Mafalda è la “Principessa ritrovata”.

 

 

Fonti:
-https://www.teatronaturale.it/pensieri-e-parole/associazioni-di-idee/37686-l-olio-extra-vergine-di-oliva-di-qualita-italiano-resiste-alla-guerra.htm#:~:text=Ancora%20penalizzato%20il%20fronte%20interno,scaffale%20sembra%20non%20subire%20flessioni
https://agronotizie.imagelinenetwork.com/vivaismo-e-sementi/2016/07/08/olio-il-futuro-e-monocultivar/49546
https://www.ismeamercati.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/11570